Bambina di 4 anni scopre dal dentista di avere un tumore alla mandibola

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Dentista bambino tumore

Dentista bambino tumore

Si può dire che il dentista le ha praticamente salvato la vita. Hunter Jones è una bambina di soli 4 anni che ha già dovuto affrontare una battaglia importante. Accompagnata dai genitori dal dentista per un controllo di routine, quest’ultimo nota che la bambina ha una perdita di denti molto strana per la sua età. Consiglia quindi di fare una radiografia grazie a cui si scopre che Hunter ha un tumore alla mandibola. Ricoverata presso l’ospedale di Seattle, i medici confermano il tumore e specificano che si tratta di un neuroblastoma. Nei 18 mesi seguenti la piccola si è dovuta sottoporre a un ciclo di cure molto impegnative: due interventi chirurgici, 12 cicli di radioterapia, 5 di chemio, 2 trapianti di cellule staminali e 6 cicli di immunoterapia. Si tratta di terapie che a loro volta possono causaare altre malattie, ma si tratta di un rischio da correre per la  guarigione della bambina. Gli esami acui si è sottoposta hanno evidenziato che è in via di miglioramento. La notizia è stata riportata da Fanpage.

Neuroblastoma: cos’è

Il neuroblastoma è la patologia tumorale più diffusa in ambito pediatrico.Il neuroblastoma prende avvio dall’oncogene MYCN. Non vi sono allo stato attuale farmaci che agiscano direttamente su questo oncogene, tuttavia alcuni possono avere effetto sui geni regolati da MYCN. Questo oncogene in particolare stimola la crescita delle poliammine, che sono delle molecole che svolgono la funzione di favorire la crescita delle cellule. Quando vi è un tumore si assiste a un aumento notevole di queste poliammine nelle cellule malate. Il farmaco DFMO è in grado di impedire la proliferazione di queste poliammine ma le cellule tumorali si procurano comunque le poliammine richiamandole dall’esterno. In particolare è il gene SCL3A2 che permette questo trasporto dall’esterno delle poliammine. I ricercatori del dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Alma Mater, in collaborazione con colleghi americani, australiani e tedeschi, hanno scoperto una nuova sostanza in grado di impedire la proliferazione delle cellule malate.