I geni dei superbatteri: un pericolo per la salute
Nello specifico i geni di superbatteri resistenti agli antibiotici sono stati isolati in 40 campioni di terreno prelevati alle isole Svalbard. Si tratterebbe degli stessi già scoperti in un paziente ricoverato in un ospedale indiano tra il 2007 e il 2008 e poi anche nel 2010 nelle acque inquinate di Dehli. Dal Dna di questi campioni di terreno è stato estratto il gene blaNDM-1 che conferisce la resistenza ai batteri a quasi tutti gli antibiotici esistenti. Questi geni in particolare possono considerarsi un pericolo per la salute in quanto resistono anche al trattamento mediante i carbapenemici, gli antibiotici utilizzati in ultima istanza nelle infezioni non rispondenti agli altri farmaci.
Il professor David Graham, dell’università di Newcastle all’Indepedent ha spiegato che: “Ciò che le persone hanno fatto attraverso l’uso eccessivo di antibiotici ha accelerato il ritmo dell’evoluzione, creando ceppi resistenti che non esistevano in precedenza“. Recentemente i Centers for disease control (Cdc ) ovvero i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie negli Stati Uniti, hanno scoperto batteri ultra resistenti agli antibiotici. In particolare stando ai dati pubblicati dall’Agenzia Federale Usa, sono stati identificati 221 volte i geni resistenti agli antibiotici. Sebbene l’antibiotico-resistenza varia da un punto di vista geografico, i Cdc specificano che in ogni caso è presente in ogni stato: in particolare più di 23mila americani muoiono ogni anno per infezioni determinate da batteri resistenti agli antibiotici, poco comuni o comunque provvisti di geni che li rendono non sensibili al trattamento faramcologico.