In particolare l’esperto sottolinea il ruolo chiave svolto dalle piastrine: “Sono una componente del sangue fondamentale nella riparazione delle ferite. Per far fronte al danno si parte proprio dall’attivazione delle piastrine, attraverso la liberazione di sostanze riparatrici, le citochine“. Il chirurgo ricorda come la tecnica sia stata molto spesso impiegata per la riparazione di legamenti e muscoli dei calciatori.
Ma come funziona all’atto pratico? è lo stesso chirurgo a spiegarlo: “Una piccola quantità di sangue, prelevato dal paziente, viene prima centrifugato poi degranulato per essere infine iniettato, così concentrato, sul volto o sul cuoio capelluto“. Il costo può variare dai 300 ai 700 euro in ragione dell’ampiezza della zona da trattare.
La tecnica però non è molto diffusa in quanto basandosi sull’utilizzo del sangue del paziente stesso non c’è nessuna azienda interessata a promuoverla. Inoltre anche la procedura non è sempre agevole perché in alcune regioni è necessario andare in laboratorio di analisi o in un centro trasfusionale per questa auto-trasfusione finalizzata al trattamento.