Al momento non è possibile scorgere la cometa a occhio nudo, a causa della luna, la cui intensa luminosità offusca Lovejoy. Tuttavia attrezzandosi con un piccolo telescopio diventa visibile ed è possibile anche fotografarla. Ovviamente un conto è stare in campagna dove il cielo più limpido e terso assicura una migliore visibiltà, un conto è la città, dove l’inquinamento dato dalle fonti luminose artificiali rende più difficile la visibilità dei corpi celesti. La cometa si presenta come un sorta di puntino verde e per riprenderla bisogna guardare a Nord-Ovest della costellazione di Orione puntando alla destra di Rigel, la stella più luminosa di questa costellazione.
L’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e coordinatore scientifico del Planetario di Roma, così si esprime in proposito: “Vale davvero la pena di sfidare il bagliore della lunaperchè la cometa ci ha regalato finora una bellissima visione della sua coda. Confidiamo di poter osservarne l’evoluzione in diretta”. Inoltre aggiunge: “le comete mutano continuamente il loro aspetto a mano a mano che gas e polveri scivolano dal nucleo verso la coda”. Il risultato, aggiunge, è ”una coda che si modifica in tempo reale e si fa la sensazione che la cometa sia una cosa viva“.
La cometa Lovejoy si chiama così perché prende il nome dall’astronomo australiano Terry Lovejoy che l’ha scoperta il 17 agosto scorso. La cometa è entrata nell’orbita della terra a partire dal 24 dicembre scorso e ci resterà fino alla fine di gennaio in base alle ultime previsioni degli astronomi. Insomma il 2015 si presenta come un anno pieno di appuntamenti col cielo stellato per astronomi e astrofili.