Un’antica sorgente sacra in Etiopia è finita al centro di un caso sanitario internazionale: almeno sette persone in Germania e Gran Bretagna hanno contratto il colera multiresistente dopo aver bevuto — o essere venute a contatto con — acqua santa proveniente da questo sito di pellegrinaggio.
Secondo uno studio pubblicato su Eurosurveillance (link), tre dei pazienti si erano recati in Etiopia, mentre gli altri quattro sono stati infettati dopo aver ricevuto acqua importata nei rispettivi Paesi. Alcuni campioni provenivano dalla sorgente sacra di Bermel Giorgi (anche ‘Georgis’), nel distretto di Quara, provincia di Koutara, meta frequentata anche da pellegrini italiani.
I visitatori si immergono nelle acque o le bevono, sperando in benefici fisici o spirituali. Sempre più spesso, queste bottiglie “miracolose” vengono riportate in Europa. È proprio così che il colera ha varcato i confini del continente africano.
Dal 2022 l’Etiopia affronta un’epidemia di colera con oltre 58.000 casi e almeno 726 morti. Il 25 febbraio scorso, i medici tedeschi hanno registrato tre casi in uomini di origine etiope: due avevano portato acqua santa da Bermel Giorgis, mentre il terzo sarebbe stato contagiato dopo che gli era stata gettata sul volto. Tutti hanno sviluppato gravi forme di gastroenterite: uno è finito in terapia intensiva, ma sono poi guariti con terapia antibiotica.
In Gran Bretagna, quattro contagi: due pellegrini e due contatti indiretti tramite l’acqua. Tre pazienti sono stati ricoverati, uno in rianimazione. I test genetici hanno confermato la presenza del batterio Vibrio cholerae, ceppo O1, resistente a diversi antibiotici, già noto per aver causato epidemie in vari Paesi africani.
Le autorità etiopi hanno tentato di frenare l’uso dell’acqua santa ‘tsebel’ — consumata o utilizzata per immersione rituale — come fonte di contagio, finora senza successo. Il presidente dello “Sportello dei Diritti”, Giovanni D’Agata, lancia un appello: massima cautela per i fedeli italiani in visita al pozzo sacro.
Sebbene l’acqua non sia commercializzata, molti pellegrini la riportano privatamente nei Paesi d’origine. Questo ha portato anche a rari casi autoctoni in Europa, come nel 2022 dopo il consumo di alimenti dal Camerun, o nel 2001 in Germania, a seguito dell’ingestione di pesce importato dalla Nigeria.
Il colera resta una malattia pericolosa: se non trattata, può essere letale.