A porrre l’accento su questo problema è stato Karl Fellenius, l’oceanografo dell’Università delle Hawaii. L’oceanografo sottolinea che la zona maggiormene colpita è quella delle isole Marshall, dove i danni ai coralli risultano particolarmente evidenti. I danni ai coralli riguardano però una zona molto più vasta della fascia del Pacifico che comprende anche le Isole Marianne settentrionali, Guam, Kiribati e la Florida. C.Mark Eaking Coral Reef Watch Programme ha affermato che: “Lo sbiancamento, sebbene verificarsi in giorni particolarmente caldi in zone d’acqua con poca circolazione, come nel caso di maree molto ridotte, è diventato un problema globale a causa delle emissioni di gas serra che causano temperature elevate“.
D’altro canto Fellenius sottolinea come negli ultimi mesi si è assistito a un innalzamento medio delle temperature dell’acqua di circa mezzo grado, aumento non percepibile dall’uomo ma che va incidere seriamente sulla possibilità di sopravvivenza dei coralli e delle altrre specie viventi vittime dell’effetto serra. Nel periodo di tempo preso in esame dagli studio si è assistito allo sbiancamento del 75% dei coralli più grandi e del 25% di quelli più piccoli.
Insomma bisogna correre al più presto ai ripari riducendo le emissioni di anidride carbonica per evitare che l’ecosistema degli oceani, di cui i coralli sono una parte fondamentale, possa subire cambiamenti non più reversibili.