L’Australia dice stop ai social per gli under 16: multe milionarie per chi non rispetta il divieto

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Giovedì scorso l’Australia ha approvato una legge storica che vieta l’uso dei social media ai minori di 16 anni, imponendo multe fino a 50 milioni di dollari australiani (circa 32,5 milioni di euro) alle piattaforme che non si adegueranno. Con 34 voti a favore e 19 contrari, il provvedimento è passato al Senato, posizionando il paese all’avanguardia nel regolamentare l’accesso ai social network per tutelare la salute mentale dei giovani.

Divieto assoluto e senza eccezioni
La nuova normativa impone alle aziende tecnologiche, tra cui Meta (Facebook, Instagram) e TikTok, di adottare “misure ragionevoli” per impedire l’iscrizione ai minori di 16 anni. A differenza di altre leggi come quella in Florida, che richiede il consenso dei genitori per gli adolescenti tra i 15 e i 16 anni, il divieto australiano è totale. Unica eccezione: YouTube, che rimarrà accessibile agli under 16.

Sperimentazione e sostegno popolare
Il divieto entrerà in vigore tra un anno, preceduto da una fase di sperimentazione a partire da gennaio 2025 per testare i metodi di verifica dell’età. La misura è stata accolta favorevolmente dal 77% degli australiani, secondo un sondaggio, grazie anche alla campagna “Let Them Be Kids” (“Lasciate che rimangano bambini”). La campagna ha raccolto testimonianze di genitori colpiti dal tragico fenomeno del cyberbullismo, che ha portato molti giovani a togliersi la vita.

Un invito alla riflessione globale
Secondo gli esperti questa legge rappresenta un segnale forte per il mondo intero. “Se queste misure possono sembrare drastiche, rispondono a un allarme lanciato da esperti di neuroscienze e sociologia sui danni causati da algoritmi e predatori online”, ha dichiarato. In particolare è auspicabile che anche altri paesi, Italia inclusa, adottino provvedimenti simili per contrastare dipendenze digitali e proteggere i più giovani.

L’Australia, con questa decisione, solleva interrogativi cruciali sull’uso delle tecnologie e l’impatto sulla società, aprendo la strada a un dibattito globale mai così urgente.