Le mucche più anziane, incluso un numero imprecisato nello Stato del New Mexico, sono risultate positive al virus, mentre l’Iowa, un altro importante produttore lattiero-caseario, sta monitorando attentamente la situazione.
Gli allevatori hanno notato sintomi di letargia e perdita di appetito tra le mucche tre settimane fa, seguiti da una significativa diminuzione della produzione di latte. Successivi test hanno confermato la presenza del virus nei campioni di latte e tamponi nasali.
Il commissario del Dipartimento dell’Agricoltura del Texas, Sid Miller, ha dichiarato che è stata una situazione senza precedenti e che le mucche sembravano essere affette da un tipo di raffreddore. Tuttavia, ha sottolineato che non vi è alcuna minaccia per la popolazione e che non ci sarà carenza di approvvigionamento di latte, poiché il latte proveniente da animali infetti viene eliminato.
L’USDA ha confermato che la pastorizzazione del latte uccide il virus e che non ci sono preoccupazioni per la sicurezza del latte commerciale. Tuttavia, il latte infetto è stato descritto come denso, con un aspetto non normale, secondo il veterinario.
La situazione si è verificata poco dopo che lo stato del Minnesota ha segnalato un’epidemia di influenza aviaria tra le capre della fattoria. Anche se non sembra esserci una mutazione questa volta, gli esperti avvertono che il virus potrebbe mutare se rimane inosservato nei mammiferi, aumentando il rischio di trasmissione agli esseri umani.
Secondo gli ufficiali dell’USDA, le mucche potrebbero aver contratto il virus da uccelli selvatici infetti, tramite escrementi o secrezioni orali. Tuttavia, la virologa Stacey Schultz-Cherry ha dichiarato che questo è preoccupante, poiché le mucche non sono considerate particolarmente sensibili all’influenza aviaria.
Nonostante le preoccupazioni, la dott.ssa Diana D’Agata, Veterinary Surgeon nel Regno Unito, rassicura che non c’è alcun rischio di contaminazione delle forniture di latte e che il rischio per gli esseri umani è basso.