La polizia svizzera ha ammesso che gli autovelox erano difettosi: rimborsati 7200 automobilisti multati ingiustamente. Quattro i sistemi di rilevazione che registravano velocità maggiori rispetto a quelle effettive.
Stando alla polizia, i dispositivi programmati in modo errato appartengono a una nuova generazione di sistemi di misurazione sviluppati per la Svizzera da una ditta olandese negli ultimi anni. Erano stati testati e approvati dall’Istituto federale di metrologia (Metas), che ne aveva calibrato i sistemi e ha approvato il funzionamento.
Secondo il comunicato stampa, i quattro radar difettosi presentavano la stessa regolazione. Accortesi del malfunzionamento, le forze dell’ordine avevano affidato al Metas un controllo sui radar “incriminati”, da cui è emerso che effettivamente essi registravano velocità maggiori rispetto a quelle effettive.
Insomma, a fronte di quanto sta accadendo in Italia con l’esasperazione degli automobilisti molti dei quali hanno trovato nei fatti eclatanti e “illegali” dei Fleximan nostrani una qualche soddisfazione senza che a ciò sia seguita una presa d’atto che forse è utile che vadano in primo luogo posizionati in luoghi ove effettivamente siano necessari, ma anche controllati e limitati perché ritenuti strumenti di rilevazione a raffica delle infrazioni in quanto considerati dai più come meri ausili per “far cassa”, in Svizzera è l’autorità stessa ad effettuare verifiche e procedere rapidamente ai rimborsi avendo accertato tempestivamente di essere stata indotta in errore.
A questo punto, Giovanni D’Agata si chiede se anche le nostre forze di polizia stradale avrebbero agito allo stesso modo. In ogni caso, la speranza è che si prenda ad esempio quanto accaduto al di là delle Alpi e si proceda con verifiche approfondite sull’utilizzo di tali apparati su tutto il territorio nazionale e che sia il Ministero delle Infrastrutture ad effettuare controlli a tappeto su ogni apparato presente sulle nostre strade con autorità di verifica terze e imparziali.