L’illecito si consuma nonostante il modello dell’Inps non chiarisce la necessità di indicare tutti i trascorsi.
Ad avviso del Collegio, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “Gli ermellini chiariscono che nello stabilire i requisiti al reddito di cittadinanza, la modulistica ha una funzione solamente esplicativa e non poteva circoscrivere il tenore delle previsioni normative utili a regolare i presupposti per il conseguimento del reddito di cittadinanza. Posto che la norma penale punisce chi effettua false indicazioni dei dati riportati nell’autodichiarazione finalizzata all’ottenimento di tale reddito, ne deriva che l’errore circa la sussistenza del diritto ad ottenerlo, anche se non in possesso dei suddetti requisiti, si risolve in ignoranza o in errore sulla legge penale.” Quindi chi omette di dichiarare la condanna per reato contestato con aggravante di affiliazione criminale perde il reddito di cittadinanza. Nello specifico, per legge, nella dichiarazione per richiedere la concessione dei benefici del reddito di cittadinanza, bisogna indicare, oltre ai beni mobili e immobili, lavori anche saltuari, possesso di quote societarie, familiari conviventi con pensioni o redditi, ed anche l’eventuale presenza di condanne. Questo perché i reati penali sono incompatibili con il reddito di cittadinanza a meno che non siano trascorsi almeno dieci anni dalla condanna.