I Pfas, acronimo inglese di “perfluorinated alkylated substances, che nascono negli anni 40′ come composti chimici detti di sintesi, in genere vengono utilizzati per rendere impermeabile al grasso e all’acqua gli imballaggi per alimenti quali patate fritte, hamburger, panini imbustati, pizza, popcorn, muffin, ed altri ancora. Queste sostanze le troviamo anche negli oggetti di uso quotidiano, ad esempio prodotti per stampanti, pellicole fotografiche, superfici murarie, prodotti di microelettronica, e come abbiamo detto nei rivestimenti per contenitori per il cibo. Sono responsabili di patologie quali: colesterolo alto, ipertensione, alterazione dei livelli del glucosio, effetti sui reni, patologie della tiroide e nei soggetti più esposti anche il tumore del testicolo e del rene. Detto in altri termini, queste sostanze chimiche riusltano difficilmente degradabili nell’ambiente e da tempo sono associate al cancro, all’aumento del colesterolo e ai problemi riproduttivi.
Ricercatori provenienti dai Paesi Bassi e dagli Stati Uniti hanno scoperto un legame tra l’esposizione ad alcune varianti PFAS e il cancro alla tiroide. I ricercatori hanno confrontato il plasma sanguigno di 88 persone affette da cancro alla tiroide con il plasma di pazienti sani e hanno scoperto che diversi tipi di PFAS comportano un rischio maggiore per questa forma di cancro.
Secondo il professor Roel Vermeulen dell’Università di Utrecht, anch’egli coinvolto nello studio, la ricerca arriva “in un momento importante”. Tra due settimane, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) discuterà la questione in che misura i PFAS debbano essere considerati cancerogeni.
“Il risultato di questo studio è un’informazione importante per questa valutazione”, afferma Vermeulen. La consulenza dell’agenzia può a sua volta influenzare la politica sui PFAS. Lo studio è stato condotto dalla ricercatrice olandese Maaike van Gerwen, che lavora per la Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital di New York. Insieme ai suoi colleghi, ha calcolato che una delle sostanze chimiche studiate, chiamata n-PFOS, aumenta di oltre la metà il rischio di cancro alla tiroide se questa sostanza è presente in alte concentrazioni nel plasma sanguigno.