La vicenda dell’ultimo caso in ordine di tempo di qualche giorno fa di un bambino di 5 anni di Castrovillari, in Calabria, ricoverato in gravi condizioni dopo la puntura di una zecca per una grave infezione, riporta l’attenzione su questo tipo di parassiti.
Il surriscaldamento del clima fa sì che le zecche, in Italia, siano attive per un periodo di tempo più lungo durante l’anno. Inoltre, il loro spazio vitale si è ampliato negli ultimi anni a causa delle temperature più elevate. L’attività delle zecche, infatti, è strettamente legata ai valori di temperatura e umidità e, sebbene ci siano alcune eccezioni, in generale la loro attività si concentra nei mesi caldi. Infatti, durante la stagione invernale tendono a proteggersi dal freddo rifugiandosi sotto le pietre o interrandosi in profondità. Le zecche molli possono svernare nelle fessure delle rocce o nelle crepe dei muri di pollai e ricoveri per animali. Con l’aumento delle temperature tornano a essere attive e lo rimangono fino all’autunno successivo.
Tuttavia i cambiamenti climatici in atto possono far variare il periodo di attività delle zecche secondo le situazioni locali. L’habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa e arbustiva, con preferenze ambientali che dipendono dalla specie. La zecca dei boschi prospera in presenza di clima fresco e umido mentre la zecca del cane frequenta maggiormente zone a clima caldo e asciutto o dove la vegetazione è più rada. La presenza delle zecche dipende essenzialmente dalla presenza di ospiti da parassitare sul territorio. Per questo, luoghi come stalle, ricoveri di animali e pascoli sono tra i loro ambienti preferiti.
In genere le zecche non sono molto selettive nella scelta dell’organismo da parassitare, ma possono scegliere diverse specie animali dai cani ai cervi, agli scoiattoli fino all’uomo. Le stesse specie che si nutrono su grandi mammiferi possono parassitare anche gli uccelli quando sono nello stadio di larva e ninfa. Il pasto di sangue, durante il quale la zecca rimane costantemente attaccata all’ospite, si compie nell’arco di ore per le zecche molli, di giorni o settimane per quelle dure. Le zecche non saltano e non volano sugli ospiti sui quali si nutrono ma generalmente si portano sull’estremità delle piante erbacee o dei cespugli aspettando il passaggio di un animale al quale aggrapparsi (uomo incluso).
Grazie all’anidride carbonica emessa e al calore del corpo, questi parassiti possono avvertire la presenza di un possibile ospite e vi si insediano conficcando il rostro nella pelle cominciando a succhiarne il sangue. La puntura è generalmente indolore perché le zecche inoculano nell’ospite una certa quantità di saliva che contiene principi anestetici.
Se non ce ne accorgiamo, di solito le zecche rimangono attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i due e i sette giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente. La puntura della zecca non è di per sé pericolosa per l’uomo: i rischi sanitari dipendono dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori.
In Italia le malattie più diffuse dalle zecche sono: l’encefalite da zecca o Tbe (trasmessa principalmente dalla zecca dei boschi), la malattia di Lyme (trasmessa principalmente dalla zecca dei boschi), la rickettsiosi (trasmessa principalmente dalla zecca del cane), la febbre ricorrente da zecche, la tularemia, la meningoencefalite da zecche e l’ehrlichiosi.
Alla fine dello scorso anno, i ricercatori dell’Università di Zurigo in Svizzera, hanno inoltre documentato per la prima volta che le zecche locali erano portatrici di un nuovo virus, l’Alongshan (ALSV), scoperto in Cina nel 2017. L’infezione può portare nel peggiore dei casi a un’infiammazione del cervello. È ancora da verificare se le infezioni ALS possano avere conseguenze simili e con quale frequenza si manifestino. Rispetto al virus dell’encefalite (FSME), per i virus ALS non esiste attualmente né un vaccino né un metodo di test. Esistono alcune precauzioni per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche, o almeno per individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia. In generale, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda 6 misure di protezione contro le zecche:
- Evitare il sottobosco e le sterpaglie nel bosco e in giardino per non entrare in contatto con le zecche.
- Indossare indumenti chiusi di colore chiaro, in modo da vedere le zecche e rimuoverle prima che raggiungano la pelle.
- Usare un prodotto repellente da spruzzare su pelle e abiti.
- Dopo essere stati nei boschi o in giardino fare un attento esame visivo alla ricerca di eventuali zecche sul corpo.
- Qualora si scopra una zecca sulla pelle: rimuoverla subito con una pinzetta appuntita o con le speciali pinze per zecche, oppure con le unghie.
- Vaccinarsi contro la meningite FSME (meningoencefalite primaverile-estiva), perché contro questa rara ma grave malattia non vi è uno specifico trattamento.