L’abbondono del Colle sarà cadenzato a tappe in modo che avvenga senza traumi e nel segno della stabilità istituzionale. L’addio in effetti era stato già anticipato qualche settimana fa. D’altronde Giorgio Napolitano è stato chiaro fin da subito nel momento in cui fu rieletto ad illustrare i tempi e i modi di questo suo secondo mandato che sarebbe durato fino a quando: “Resterò finché la situazione lo richiede e le mie forze lo consentiranno“.
Matteo Renzi vorrebbe che Napolitano seguisse ancora l’iter delle riforme in Parlamento ma il cammino è ormai tracciato nel senso di queste dimissioni a breve. Il Presidente della Repubblica introducendo il suo discorso ha svolto alcune considerazioni a proposito di questo periodo complesso e travagliato che stanno atraversando l’Italia, l’Europa e il mondo.
Napolitano appoggia in ogni caso il corso delle riforme in itinere del Governo Renzi come ha ribadito nel discorso di auguri alle alte cariche istituzionali del 16 dicembre: “Quella portata avanti dal premier è un’opera difficile e non priva di incognite. Ma soprattutto non c’erano alternative per chi, come noi, crede nelle potenzialità di questo Paese. Sono certo che avrete anche apprezzato l’ampio e coraggioso sforzo che il governo italiano sta compiendo per eliminare alcuni nodi e correggere taluni mali antichi che hanno, negli ultimi decenni, frenato lo sviluppo del Paese e sbilanciato la struttura stessa della società italiana e del suo sistema politico e rappresentativo“.
Intanto Matteo Renzi impegnato in un vertice dell’Unione Europea rassicura che il parlamento eleggerà il successore di Giorgio Napolitano al Quirinale nei tempi stabiliti. Beppe Grillo che si trova a Roma per lanciare la sua nuovo crociata contro l’euro ma non contro l’Europa così ha commentato il doppio mandato presidenziale di Napolitano: “Noi vogliamo trovare una persona totalmente al di fuori della politica e dei partiti. E lo faremo scegliere alla Rete. Ma se anche un altro partito propone un nome al di fuori di queste loghiche, e l’abbiamo gia’ fatto per la Consulta, ci sta bene“.
Quanto al Presidente uscente, “e’ uno che ha gravissime responsabilita’: in questo Paese ha firmato qualsiasi cosa, si e’ raddoppiato la carriera, e’ andato fuori dalla Costituzione italiana“.
Insomma il 2015 inizierà nel segno delle incognite e delle incertezze a cominciare da chi sarà il nuovo Presidente della Repubblica in un paese come il nostro che ha bisogno di riforme urgenti per rispondere ai problemi reali della gente in tema di lavoro, occupazione, pensioni, crescita economica e risorse da destinare ai giovani.