Il provvedimento ha riscosso il plauso di altri parrochiani ma non dei commercianti della zona che lamentano un calo degli affari da quando il prete ha messo in uso questo dispositivo: ““Da alcuni mesi abbiamo problemi con i bancomat, che vanno in tilt come i tablet e i cellulari”. Ed ancora:”In molti usano i telefonini per raccogliere gli ordini dei clienti e questi malfunzionamenti stanno causando danni agli affari“.
Il prete però respinge queste accuse sostenendo che il problema non dipende dal suo dispositivo: “Quando l’ho installato, diversi mesi fa, ci f un black out di Whatsapp e se la presero con me. Invece il blocco fu di natura nazionale. Ho fatto regolare richiesta alla Procura per l’utilizzo dell’apparecchio che ho comprato in un negozio specializzato e che funziona esclusivamente nei 40 metri quadrati della chiesa“.
In realtà il prete, inoltrando richiesta alla Procura per l’utiliizzo di tale apparecchio che inibisce il funzionamento dei dispositivi mobili, ha osservato gli adempimenti formali per ottenere il nulla osta per l’installazione del prodotto che dispiega il suo raggio d’azione nei 40 metri quadrati della chiesa. Tuttavia i commercianti ma anche i residenti della zona sostengono che in nome della privacy non si può violare la libertà di comunicare da parte del cittadino. Voi cosa ne pensate? siete d’accordo col provvedimento del parrocchiano?