In totale, secondo lo studio dell’OMS, il 27% dei tumori e il 25% dei decessi per cancro sono causati dal fumo in Europa. In Italia, secondo l’Istituo Superiore di Sanità, sono 11,6 milioni i fumatori e rappresentano il 22% della popolazione (erano il 23,3% nel 2018): una prevalenza uguale a quella riscontrata rispettivamente cinque anni fa (2014) e undici anni fa (2008), a riprova del fatto che ci troviamo da oltre dieci anni in una situazione di stagnazione. Gli ultimi tre anni (2017-2019) mettono in luce differenze di genere tra i fumatori: si assiste infatti ad un trend in diminuzione per quanto riguarda le fumatrici (20,8 – 19,2 – 16,5) ma in aumento per quanto riguarda i fumatori (23,9 – 27,7 – 28 %). Gli ex fumatori sono il 12,1% della popolazione italiana e i non fumatori il 65,9%. La prevalenza più alta di fumatori di sesso maschile si registra nella fascia d’età compresa tra i 25 e i 44 anni (36,3), mentre nella fascia d’età 45-64 anni si registra la prevalenza più alta tra le donne (22,9%). Oltre i 65 anni troviamo le prevalenze più basse in entrambi i sessi. Tra i fumatori si registra anche la percentuale più alta di chi fuma più di 20 sigarette al giorno (25,6% rispetto al 14,1% delle donne) mentre tra le fumatrici la percentuale più bassa di chi fuma meno di 9 sigarette al giorno (40,3% rispetto al 31% degli uomini). Oltre la metà dei giovani fumatori nella fascia d’età 15-24 anni (53,1%) fuma tra le 10 e le 19 sigarette al giorno. Si fumano in media 11,6 sigarette al giorno. Il consumo medio giornaliero di sigarette è tendenzialmente in diminuzione, ma tale diminuzione si concretizza in 2 sigarette e mezzo in 10 anni, con ancora oltre il 21% di fumatori che consumano più di 20 sigarette al giorno. Rispetto all’area geografica, la prevalenza di fumatori è più alta al Sud in entrambi i sessi: 30,2% negli uomini, 22,4% nelle donne. Si fumano principalmente sigarette confezionate (90,2%) sebbene continui costantemente a crescere il consumo di sigarette fatte a mano (18,3%), significativamente più diffuse tra i giovani di sesso maschile e residenti nelle regioni del Sud Italia.
Significativo anche il consumo prevalente o occasionale di sigarette elettroniche contenenti nicotina (4,6%) o senza (3,1%) e di prodotti del tabacco di nuova generazione (sigarette a tabacco riscaldato, 3,5%). La comparsa sul mercato negli ultimi anni di questi prodotti alternativi alla sigaretta tradizionale non ha inciso significativamente sulla prevalenza dei fumatori, a riprova del fatto che i consumatori di sigarette elettroniche o di sigarette a tabacco riscaldato sono fondamentalmente fumatori duali o non fumatori.
Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un ulteriore dato che conferma le incertezze circa i possibili rischi connessi al consumo di tabacco e all’utilizzo delle sigarette elettroniche. La gente deve essere a conoscenza dei rischi anche perchè è convinta che quest’ultime siano totalmente sicure anche per le donne incinta e i loro feti, ma questo non possiamo dirlo. Il punto fondamentale è che queste sigarette elettroniche dovrebbero essere testate maggiormente.