La figlia di Aidar, questo il nome dell’uomo, dopo avere visto il padre con la faccia inchiodata in giù sul letto di casa, è corsa a chiamare aiuto ma i vicini si sono rifiutati di prestarlo in quanto non volevano intromettersi nella lite domestica. Una volta che l’ambulanza è arrivata sul posto, i sanitari non hanno potuto che constatare il decesso dell’uomo.
Dopo l’arrivo della polizia Tatyana avrebbe provato a giustificarsi dicendo che lei avrebbe solo calmato il marito che era molto agitato a causa dell’alcol. Tuttavia stando a quanto dichiarato dalla donna, l’uomo sarebbe improvvisamente svenuto e quindi la vicina di casa avrebbe chiamato una ambulanza.
La donna è indagata non per omicidio volontario ma per omicidio per negligenza. La donna è stata condannata a 18 mesi di lavori correttivi e al pagamento di circa 3mila euro per “danni morali”. In questa settimana settimana, tuttavia, gli investigatori hanno fornito alla Corte degli spunti suscettibili di aggravare la posizione processuale di Tatyana.
Secondo quanto emerso dalle ultime analisi, la moglie avrebbe soffocato il povero marito sedendosi sopra lo stesso con tutto il suo peso perché ubriaca e arrabbiata. La donna si sarebbe seduta sul suo collo dicendogli che gli avrebbe permesso di liberarsi solo se lui le avesse chiesto scusa.
In particolare dall’autopsia è emerso che l’uomo sarebbe morto per asfissia a causa del blocco del sistema respiratorio” in quanto la sua faccia sarebbe stata “incuneata nel materasso”, con Tatyana che, presumibilmente, si sarebbe seduta sul collo del marito. La donna sovrappreso si sarebbe infatti, in preda ai fumi dell’alcol, seduta in modo tale da impedire all’uomo di muoversi, per poi “soffocarlo con le natiche senza più dargli possibilità di respiro”.