In primis un aspetto fondamentale: esiste un divario preoccupante tra uomo e donna nella percezione degli spazi pubblici. Infatti, delle 200 donne intervistate (in età compresa tra i 18 anni e i 70 anni), solo due hanno risposto “mai” alla domanda “se hai paura da sola di notte”. In realtà, il 58% ha timore per la propria incolumità, anche alla luce delle brutte esperienze vissute sulla propria pelle come molestie, pedinamenti e, soprattutto, aggressioni.
Del campione intervistato, ben il 12% evita di uscire da sola ad ogni costo, mentre il 56% se lo fa ricorre a tecniche di salvaguardia come le telefonate d’aiuto nel corso di un tragitto, il mazzo di chiavi in pugno da sferrare al malintenzionato e, anche se poche, l’efficacissimo spray urticante. E il confine tra un complimento e un tentativo di violenza fisica e sessuale può essere davvero sottile: è il cosidetto fenomeno del “catcalling”, un apprezzamento insistente nei confronti di una donna che rischia di trasformarsi in qualcosa di orrendo.
In effetti le donne allo scopo di difendersi potrebbero ricorrere a uno strumento che di solito usano per sedurre, ovvero i tacchi. L’esempio ci viene da Avital Zeisler, canadese, ex ballerina classica, famosa soprattutto per essere una istruttrice di autodifesa e dell’arte marziale israeliana krav maga. Dopo aver subito una violenza sessuale quando era molto giovane, ha inventato il metodo Soteria per insegnare le donne a difendersi nel caso in cui siano insidiate da qualche malintenzionato.
In particolare la Zeisler sottolinea l’importanza dei tacchi a spillo anche come strumento di difesa personale. In questo senso se ad esempio vengono indossate durante una aggressione e ci si pone in modalità “defensive push-kick”, sdraiate sulla schiena si possono sferrare calci col tacco mirati alle parti più sensibili dell’aggressore: viso, ventre, inguine. Oppure si può impugnare il tacco per colpire l’aggressore con maggiore precisione.