Vitamina D: in quali alimenti si trova
La vitamina D non ha un effetto benefico soltanto su ossa e sistema immunitario che aiuta a rinforzare, ma dà dei benefici anche per cuore e cervello. La vitamina D per quanto riguarda le ossa favorisce l’assorbimento del calcio e serve anche a mantenere livelli ottimali di fosforo nel sangue. Inoltre avrebbe un effetto preventivo della sclerosi multipla. Il nostro organismo la produce in risposta all’esposizione dei raggi solari.
Vitamina D: sintomi da carenza
In caso di carenza di vitamina i sintomi che si riscontrano con maggiore frequenza consistono in dolori alle ossa e debolezza muscolare. La carenza di vitamina D inoltre si riverbera anche sul tono dell’umore che diventa altalenante oppure si può andare soggetti a una tristezza immotivata, probabilmente a causa dei bassi livelli di serotonina e sudorazione delle mani. Nei bambini la carenza di vitamina D causa il rachitismo che deriva dalla scarsa esposizione alla luce solare o da una dieta carente. La carenza di questa vitamina, fondamentale per il corretto svolgimento di molte funzioni per colpisce soprattutto chi trascorre poco tempo all’aria aperta o nel caso di una assunzione non sufficiente negli alimenti. Anche le donne in gravidanza o in allattamento e gli anziani e i bambini dovrebbero assumere adeguati quantitativi di questa vitamina. In caso di accertata carenza vi si può supplire mediante un integratore.
Vitamina D: in quali alimenti si trova?
La vitamina si trova sia in alimenti di origine animale ad esempio uova, latte e derivati ma anche nei funghi nel fegato e grassi animali, in particolare la si trova nelle carni di polol, tacchino, ma anche nei pesci, quali sgombro, salmone affumicato, anguilla, trota e pesce spada.
Alzheimer e vitamina D
Una carenza di questa vitamina potrebbe anche comportare un aumento del rischio di sviluppare patologie neurodegenerative. Un gruppo di ricercatori dell’Università britannica dell’Exeter ha messo in evidenza come la carenza di vitamina D raddoppia il rischio di sviluppare l’Alzheimer nelle persone anziane. In particolare la carenza di questa vitamina raddoppierebbe il rischio di demenza e aumenterebbe fino a quasi il 70% il rischio Alzheimer.
I ricercatori hanno preso i esame un campione di 1650 persone di età superiore ai 65 anni. I volontari che sono stati quindi seguiti per un periodo di 6 anni, all’inizio della ricerca non presentavano rischio di demenza o di ictus. Al termine della ricerca è risultato che la carenza di vitamina D comportava maggiori rischi di demenza e di Alzheimer.
Al momento però non risulta ancora chiaro come bassi livelli di vitamina D possano aumentare il rischio di demenza, per cui appare prematuro somministrare agli anziani supplementi di vitamina D. Bisognerà quindi attendere altre ricerche per stabilire se integrare la dieta con alimenti ricchi di vitamina D, quali ad esempio il pesce azzurro, o prendere degli integratori di vitamina D, si riveli efficace al fine di prevenire il morbo di Alzheimer e la demenza. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Neurology.