Il decreto salva per così dire pranzi, aperitivi e il rito delle pastarelle la domenica e i festivi. Tutti i servizi di ristorazione rimarranno quindi aperti, ma non oltre le 18 del pomeriggio. A tavola però ci si potrà sedere al massimo in 4, si può andare oltre questo numero solo nel caso in cui i commensali siano tutti conviventi.
Rimane sempre consentito il servizio di consegna a domicilio e l’asporto fino a mezzanotte, ma è fatto divieto di consumare cibo o bevande sul posto o nelle vicinanze. Nessun limite di orario per consumare un pasto nei ristoranti degli alberghi, ma ciò vale per i clienti che vi alloggiano.
Come detto bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie hanno l’obbligo chiudere alle 18. Dalle 18 in poi è consentito il servizio a domicilio e da asporto ma non si potrà consumare il cibo nei luoghi pubblici, per strada e nelle piazze. Chiusura totale di sale giochi e sale scommesse. Si fermano anche gli impianti di sci, sospesi, per i livelli non professionistici, gli allenamenti per gli sport di contatto. Per le altre discipline ci si può allenare ma fuori da piscine e palestre che verranno chiuse. Chiusi anche cinema, teatri e concerti.
Nel nuovo Dpcm non c’è un vero divieto di movimento, tuttavia è “fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute” e per situazioni di necessità. Chi vuole può andare a fare una passeggiata o a correre nei parchi, ma sempre nel rispetto delle distanze di sicurezza e divieto di assembramento.
Da oggi fino al 24 novembre non sarà più possibile andare in palestra o in piscina. Campionato di calcio e in genere le competizioni sportive, sia professionistiche che a livello dilettanti proseguiranno ma solo se di livello nazionale. Chiusi anche centri natatori, benessere e terme. Rimarranno invece aperti invece i musei, con rispetto del distanziamento. Non si potrà più andare a feste al chiuso e all’aperto, comprese quelle dopo cerimonie civile e religiose. Vietate le fiere (anche internazionali), convegni e congressi. Si raccomanda di uscire solo per ragioni di necessità e a non ricevere in casa persone diverse dai conviventi.
Per le scuole superiori è prevista la didattica a distanza almeno al 75% (ma si può arrivare al 100%). Resta in presenza l’attività didattica ed educativa per materne, elementari e medie.
Per gli studenti delle Università non si prevede nessuna quota fissa di didattica a distanza. La decisione è demandata ai Comitati universitari regionali di riferimento, che organizzeranno la didattica facendo riferimento alla situazione pandemica territoriale.
L’indice massimo di riempimento di treni regionali, bus, tram e metro, rimane fissato all’80%, fatto salvo l’obbligo di mascherina e di distanziamento di almeno un metro se si viaggia in piedi.
Per le categorie più provate dalle nuove restrizioni l’esecutivo promette un sostegno in tempi rapidi. Sarà confermata la cassa integrazione ed è prevista una nuova indennità mensile una tantum per i lavoratori stagionali del turismo, dello spettacolo e dello sport. Questo pacchetto di misure prevede anche un credito di imposta per gli affitti commerciali di ottobre e novembre, la cancellazione della seconda rata Imu e misure di sostegno alla filiera agroalimentare.
Nella pubblica amministrazione rimane l’obbligo di mandare almeno la metà dei dipendenti in smart working. La percentuale potrà essere tuttavia ulteriormente aumentata con un decreto del ministero della pubblica amministrazione.
Gli uffici pubblici dovranno organizzare anche ingressi e uscite scaglionati dei dipendenti, salvo che per il personale dei servizi sanitari o di quelli che sono giudicati comunque essenziali.
Misure analoghe e quindi smart working, ingressi, intervalli e uscite scaglionati sono “fortemente raccomandati” anche per i lavoratori del settore privato. L’obiettivo quindi è quello di evitare il sovraffollamento dei mezzi pubblici di trasporto negli orarai di punta che possono favorire i contagi.