Uno studio condotto dalla
Stanford University of Medicine della California, e pubblicato sulla rivista
Science, ha messo in evidenza che in alcuni pazienti affetti da
coronavirus Sars-CoV-2 la maggiore gravità dei sintomi sarebbe riconducibile a una minore efficienza del sistema immunitario. I ricercatori hanno analizzato il sangue di
79 pazienti affetti da forme più o meno gravi di Covid-19, scoprendo che in quelli che soffrivano di una forma più aggressiva della malattia, il
sistema immunitario innato si attiva con ritardo favorendo la proliferazione del virus. Oltre a ciò nei
malati gravi i ricercatori hanno riscontrato la presenza di 3 molecole coinvolte nel processo infiammatorio che potrebbero essere prodotte dai polmoni, l’organo più bersagliato nelle forme gravi di questa malattia infettiva. Secondo i ricercatori con questo studio si fa chiarezza su cosa succede nei pazienti che si ammalano più gravemente e sul perché il sistema immunitario innato regisce più lentamente all’attacco del virus.