In Germania, ma anche in Gran Betagna, si sono tenuti i primi esperimenti riguardanti riguardo l’impianto di un chip a due pazienti affetti da una patologia degenerativa della retina, la retinite pigmentosa. I due pazienti sono stati sottoposti da un’equipe di ricercatori di Oxford a un intervento chirurgico che prevede l’impiego di questa nuova metodica. Al momento si tratta ancora di prototipi che sono in fase di sperimentazione, eppure i due pazienti a cui sono stati impiantati questi chip hanno benficiato di un recupero, per quanto parziale della vista.
Quel che incoraggia a proseguire in questa linea di ricerca è che i due pazienti subito dopo l’impianto della retina artificiale sono stati nuovamene in grado di scorgere la luce. Dopo varie settimane i due pazienti hanno anche recuperato diverse funzioni oculari. Questa protesi oculare sofisticatissima è stata ideata da un’azienda tedesca. Questo micro-chip è dotato di 1500 piccoli sensori in grado di convertire la luce in segnale elettrico che viene trasmesso al nervo ottico. Questo dispositivo è dotato di un’unità di controllo che viene impiantata dietro l’orecchio.
Al momento questo impianto non è in grado di restituire perfettamente la vista, ma consente comunque ai pazienti che erano affetti da cecità totale, di riuscire ad interagire meglio con l’ambiente. Robert MacLaren, uno dei chirurghi, esprime un cauto ottimismo: “Siamo molto soddisfatti dei primi progressi, la visione è differente da quella normale, e richiede processi cerebrali diversi, ma comunque speriamo sia sufficiente a far riguadagnare l’indipendenza ai pazienti“.
Si stima che solo in Europa vi siano 3000, 4000 persone affette dalla retinite pigmentosa, al momento non esiste una cura in grado di far regredire completamente questa patologia degenerativa della retina.