Si prevede che i test, condotti in una struttura di bioprotezione di alto livello, richiederanno tre mesi. I furetti, che hanno sistemi respiratori simili a quelli umani, vengono vaccinati e dopo quattro settimane per consentire lo sviluppo dell’immunità, verrà loro somministrata una dose del virus. Il Csiro partecipa in pieno alla risposta globale al Covid-19 e prevede di condurre a breve test per altri vaccini ‘candidati’. Dallo scorso anno fa parte della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, un gruppo globale che mira a frenare le epidemie potenziando lo sviluppo dei vaccini. E ha già chiesto al Csiro di testare vaccini formulati dall’Università di Oxford in Gran Bretagna e da Inovio Pharmaceuticals negli Usa, in preparazione dei test sugli esseri umani.
I ricercatori hanno osservato che il virus muta in un certo numero di «cluster» distinti e stanno esaminando come ciò possa indicare il modo in cui un vaccino viene sviluppato. Il laboratorio studia il nuovo coronavirus da gennaio e si sta preparando a testare nuovi candidati non appena saranno disponibili, riferisce il direttore del laboratorio Trevor Drew, che guida il progetto. «Dobbiamo bilanciare la necessità di operare con urgenza con le esigenze critiche di biosicurezza», ha dichiarato ai media. Ha aggiunto che si sta cercando il modo più efficace per somministrare il vaccino, se per iniezione intra-muscolare o con spray nasale. Il Csiro è la prima organizzazione di ricerca fuori della Cina ad aver generato uno stock sufficiente del Covid-19, utilizzando il ceppo isolato dal Doherty Institute di Melbourne, per consentire studi e ricerche precliniche.
Il mese scorso evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i suoi ricercatori hanno elaborato un modello biologico che per primo esamina la reazione dei furetti al virus. Hanno quindi approfondito lo studio del decorso dell’infezione negli animali, un passo cruciale per valutare l’efficacia di un vaccino.