Chi è soggetto spesso ad attacchi di rabbia produce una reazione infiammatoria eccessiva producendo molte citochine, che danno molto lavoro da fare al sistema immunitario. Una volta che il momento di rabbia è sbollito, può accadere infatti che le citochine rimangano in circolo nel sangue determinando quindi una cronicizzazione dell’infiammazione.
Lo studio ha preso in esame 70 persone affette dal disturno esplosivo intermittente (led) cioè l’incapacità di frenare gli attacchi d’ira. I ricercatori hanno così scoperto che il livello delle citochine era maggiore in questi soggetti rispetto agli altri non affetti dalla patologia.
Secondo gli scienziati che hanno evidenziato un legame diretto tra processi infiammatori e reazioni aggressive, intervenendo con l’aspirina che è uno dei più noti antinfiammatori esistenti, si riesce non tanto a calmare quanto a frenare o quantomeno ad attenuare gli attacchi d’ira.