Gli archeologi hanno così scoperto che la dieta seguita a Pompei era prevalentemente di tipo mediterraneo con qualche alimento non comune proveniente dalla cucina esotica. In particolare gli archeologi sono riusciti a ricostruire la dieta dei nostri antenati scavando una ventina di edifici vicino alla Porta Stabia. Gli scavi hanno messo in luce proprio inegozi che vendevano cibo e bevande già nel sesto secolo a.c. Dallo scavo dei canali di scolo, latrine, pozzi sono riemersi resti di cibo mineralizzati avanzati dalla cucina dell’epoca.
Da tutto ciò è emerso come la dieta di un antico pompeiano fosse quanto mai variata a base di alimenti poco costosi quali frutta, lenticchie, frutta, noci, olive, cereali, pesce locale, ma arricchita perfino da cibi esotici tra cui la gamba di una giraffa. Gli archeologi hanno trovato perfino tracce di spezie importate addirittura dall’Indonesia, il resto più antico risale al 4 secolo a.c. I risultati di questi scavi sono stati presentati dagli studiosi al convegno dell’Archeological Institute of America a Chicago.
Queste scoperte, secondo gli studiosi, ribaltano l’immagine tradizionale di una massa di pitocchi che girava per le strade all’accatto di qualdiasi scarto di cibo in quanto non corrispondente alla realtà, quanto meno alla realtà di Pompei.