I ricercatori hanno preso in esame un campione di 47180 persone di discendenza europea e 4771 afro-americani. Dallo studio è emerso l’esistenza di due varianti genetiche che influenzano la durata del sonno: una determina uno stato che non si può definire di vera e propria insonnia e che comporta bassi livelli di iperattività per un calo dell’attenzione e un minore livello di zuccheri nel sangue, l’altra variante genetica invece è in grado di produrre effetti più rilevanti e determina l’insonnia vera e propria che può portare anche a disturbi psichiatrici quali depresssione e schizofrenia.
In conclusione sebbene i geni siano in grado di regolare il sonno sia per quanto riguarda la durata che la qualità, tuttavia bisogna tener conto anche di altri fattori perché la durata e la qualità del sonno viene alterata anche da altri fattori quali diabete, ipertensione e depressione, stress ed anche l’assunzione di farmaci. Questa ricerca è stata pubblicata sulla rivista Molecular Psychiatry.