A tale proposito in Italia infliggere maltrattamenti a questi animali o addirittura in alcuni casi ucciderli perché potenzialmente dannosi per la salute dell’essere umano, è un reato che può essere punibile con multe di varia natura e il carcere.
In particolare l’articolo 544 ter del Codice Penale prevede che: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale.”. Anche le meduse sono vittime di questi comportamenti sconsiderati da parte dei bagnanti, per cui se la si tira fuori dall’acqua e la si mette in un secchiello per far giocare i bambini, chi agisce un simile comportamento commette in reato. Proprio in quanto adulti bisognerebbe dare l’esempio ai bambini spiegando loro che questi animali, granchi, meduse, pesciolini, tartarughe, non sono giocattoli ma creature senzienti che vanno avvicinate con rispetto.