Da parte della popolazione generale esiste una percezione errata circa la pericolosità del malato di mente. Difatti sebbene vi siano alcuni studi che segnalano una relazione tra violenza e malattia mentale, il contributo al tasso di violenza, in generale, di soggetti con disturbi psichici è nella realtà minimo. In effetti risulta più probabile che un individuo con problemi mentali seri sia più spesso vittima di un reato rispetto alla popolazione generale (si stima 10 volte in più) o possa commettere il suicidi. Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità sottolineano che alcuni studi hanno rilevato che alcuni fattori di rischio possono aumentare la probabilità di essere violenti nei pazienti con disturbi mentali (schizofrenia o disturbo bipolare). Tali fattori riguardano, ad esempio, una pregressa storia di violenza, utilizzo e dipendenza da sostanze d’abuso, detenzione giovanile, aver subito abusi fisici, essere vittima di un crimine, aver affrontato un divorzio o la perdita del lavoro . Inoltre, la ricerca suggerisce che un trattamento adeguato (psicofarmaci, psicoterapia, supporto della comunità etc.) può aiutare a diminuire la “violenza” nei soggetti con disturbi mentali.
In definitiva sempre gli esperti dell’Issalute sottolineano che la maggior parte delle persone con disturbi mentali non sono pericolose, anzi, sono vittime della violenza più frequentemente delle persone che non soffrono di disturbi mentali. In alcune persone, però, che soffrono di disturbi mentali gravi come la schizofrenia o i disturbi di personalità, l’abuso di alcool e droghe può far commettere atti violenti. Esistono, comunque, trattamenti farmacologici e psicosociali efficaci anche per i disturbi mentali gravi, ma l’importante è intervenire precocemente.
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