La donna in un primo momento ha provato a discolparsi dalle accuse, ma poi ha ammesso di aver torturato la bambina già da quando aveva appena un mese. Durante il processo così ha riferito al pubblico ministero. “Non potevo e non riuscivo ad amare mia figlia, non sono mai riuscita ad attaccarmi a lei. Così ho deciso di torturarla, nella speranza che morisse!”
Ed ancora: “Da quando aveva un mese, ho messo candeggina e sapone liquido nelle orecchie, nel naso e nell’ombelico fino a farla sanguinare, ma mi sono resa conto che aveva deciso di sfidarmi e di farmi del male…..non è mai voluta morire!”.
Il primo a sospettare qualcosa è stato il padre che all’inizio pensava che la piccola si ammalasse spesso a causa di un sistema immunitario debole, ma poi si è reso conto che la bambina presentava dei tagli che la moglie giustificava dicendo che la piccola se li procurava da sola. In tribunale finalmente è arrivata la piena confessione di questi orrori perpetrati dalla donna: “Le ho iniettato candeggina e sapone liquido e l’ho tagliata con una lama di un rasoio sia sopra la testa, sopra gli occhi, le gambe, le braccia e il petto. Poi, quando era in ospedale, le ho iniettato del sapone liquido. Con una siringa ho messo il sapone nella flebo, affinchè andasse direttamente nelle vene. Nessuno si è mai accorto di nulla. Le ho anche iniettato la candeggina nelle vene, quando eravamo a casa….”. La donna è stata riconosciuta colpevole dal tribunale per cui passerà moltissimi anni in carcere. Al padre sono stati affidati tutti e tre i figli.