Il paesaggio sul lago sul Monte Neme in Spagna è stato già ribattezzato la “Chernobyl della Galizia”. Il colore azzurro così intenso dello specchio d’acqua è dovuto infatti alla contaminazione chimica. Il lago si trova infatti in una cava abbandonata in quella che un tempo era una miniera di tungsteno. Non manca un cartello che avvisa passanti e turisti dei pericoli che possono correre facendo il bagno in queste acque. Tuttavia turisti e influencer pur di postare la foto perfetta sui social per fare incetta di like non hanno avuto remore e si sono tuffati in queste acque inquinate.
A sentirsi male sono stati in molti. Per alcuni si è reso necessario il ricovero in ospedale, altri hanno avvertito irritazioni alla pelle e problemi allo stomaco come vomito e diarrea. Anche il terreno circostante può veicolare malattie in quanto è ricoperto da fango tossico.
Vicino a Novosibirsk, città della Russia, accade qualcosa di simile: vi è un lago la cui limpidezza dell’acqua le è valso l’accostamento con le acque cristalline delle Maldive. Ma il paragone non deve trarre in inganno. Infatti la limpidezza non è dovuta alla salubrità delle acque, tutt’altro. Si tratta infatti non di un lago ma di una diga utilizzata dalla vicina centrale termoelettrica per immetervi i rifiuti tossici, che rifornisce l’intera città di Novosibirsk (1,6 milioni di abitanti). L’acqua infatti ha questo colore turchese che rimanda a spiagge esotiche, proprio a causa delle ceneri bianche che la ricoprono che rendono il fondo paludoso e potrebbero rendere più difficile uscirne ai nuotatori meno esperti.
