In realtà gli esperti dell’Istituto superiore di sanità sottolineano che l’acqua prima di arrivare nel rubinetto viene controllata attraverso un rigoroso sistema di prevenzione e di controlli da parte delle Autorità di controllo ambientale, delle Autorità Sanitarie e dei gestori dei servizi idrici.
Inoltre, sempre gli esperti dell’Iss, sottolineano che la percentuale di campioni ‘conformi’ ai limiti di legge per i parametri di controllo ordinario è superiore al 99%. Si tratta di una percentuale più alta della media europea e, generalmente le ‘irregolarità’ o non conformità non riguardano i parametri di rischio per la salute.
Di recente inoltre i sistemi di prevenzione e sorveglianza per le acque destinate al consumo umano sono stati notevolmente potenziati dai ‘Piani di sicurezza dell’acqua’ elaborati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sulla base dei Piani viene analizzato ogni fattore di rischio (specifico per quella zona) che possa pregiudicare la qualità dell’acqua a partire dall’ambiente dove avviene il prelievo dell’acqua, ai trattamenti per renderla potabile, fino al suo arrivo al rubinetto di casa. Adottando questo approccio l’Italia ha anticipato gli obblighi di una direttiva europea in corso di finalizzazione.
L’acqua si ritiene che sia potabile quando risponde alle seguenti caratteristiche: “Si reputa potabile un’acqua limpida, inodore, insapore, incolore e innocua, priva cioè di microrganismi patogeni e sostanze chimiche nocive per l’uomo”.
Questo però non significa che debbano essere eliminate tutte le sostanze chimiche che contiene, in quanto alcune risultano vantaggiose per la salute: eliminarle non solo non rappresenta alcun beneficio ma potrebbe, anzi, essere potenzialmente ‘dannoso’.
In particolare vi sono alcuni elementi nutrizionali fondamentali per la salute quali boro, selenio, fluoro, cromo, rame) e anche altri sali minerali quali calcio, magnesio, iodio, potassio.