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I migranti potrebbero portare il virus Ebola anche da noi?

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Gli sbarchi dei migranti non si può dire che abbiano rappresentato un rischio concreto per la diffusione del virus Ebola in quanto il viaggio, spesso di alcuni mesi, risulta essere troppo lungo perché la malattia si manifesti all’arrivo nel nostro Paese.

Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità si spiega che il periodo di incubazione, durante il quale non c’è rischio di trasmissione, è di 21 giorni al massimo, mentre la malattia con i suoi sintomi si estingue in pochi giorni, portando a morte il soggetto se non viene curato adeguatamente: tutto termina molto prima che il viaggio si concluda.

Gli unici casi arrivati in Italia hanno riguardato operatori sanitari contagiati in Africa mentre prestavano la loro opera per rispondere a questa emergenza sanitaria.

Il virus Ebola non si trasmette per via aerea, ma solo col contatto diretto con fluidi corporei di malati (sangue, vomito e escrementi) o oggetti da questi contaminati. Anche il rischio di trasmissione per i contatti stretti e per il personale sanitario è molto basso se si rispettano le procedure di sicurezza.

Pertanto l’epidemia del 2014-2016 che ha colpito la Sierra Leone, la Liberia e la Guinea sarebbe stata relativamente facile da contenere in territori con sistemi sanitari competenti, mentre è stato molto difficile intervenire proprio a causa delle condizioni drammatiche di povertà e della fragilità delle strutture sanitarie nei Paesi interessati.

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