Il giorno prima del funerale, precisamente dieci giorni dopo la morte della donna, gli impiegati dell’agenzia notano qualcosa di strano tra le gambe della donna. Si tratta di un feto privo di vita. Alcuni fenomeni biologici che compaiono post mortem ne hanno permesso l’espulsione.
La madre della donna morta, Mandzala Mdovi, 76 anni, è rimasta letteralmente sconvolta quando è venuta a conoscenza di quanto accaduto: “Nella mia vita non ho mai sentito nulla di simile. Cosa è successo alla mia bimba?”. Ed ancora: “Già ero sconvolta dalla morte di mia figlia e, ora che è morta, devo scoprire che era anche incinta e che quindi ho perso anche un nipote? Ma dov’è Dio in queste circostanze?’’. La donna e il suo feto sono stati poi seppelliti insieme.
Il parto nella bara, noto come estrusione fetale post mortem, è una evenienza rara che consiste nella espulsione del feto attraverso l’apertura vaginale del corpo in decomposizione della donna deceduta durante la gravidanza. In pratica il feto viene espulso dal corpo in decomposizione di una donna incinta. Il fenomeno si deve ai gas che si formano all’interno del corpo a causa dei batteri anaerobici. L’incremento del volume di questi gas spinge il feto all’esterno.