Nonostante molti studi abbiano evidenziato una associazione tra fumo passivo e rischio di gravi malattie nei non fumatori (non solo cancro del polmone, ma anche infarto cardiaco, patologie delle arterie, asma, etc.) resiste la convinzione che il fumo passivo non faccia così male, soprattutto se rapportato ad altri inquinanti presenti nelle grandi città. In realtà anche il fumo di sigaretta, come gli inquinanti atmosferici, peggiora la qualità dell’ambiente e quindi aumenta il rischio di danni per la salute e contrbuisce a diminuire la qualità dell’ambiente.
Gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità sottolineano che il fumo passivo è dannoso: in questo senso si stima che aver respirato il fumo altrui aumenta di circa il 25% il rischio di tumore al polmone e di malattie al cuore per un non fumatore.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) calcola che al fumo passivo siano da attribuire, complessivamente, 600.000 morti l’anno in tutto il mondo, 165.000 dei quali sono i bambini che vivono in casa con un fumatore.
Nello specifico riguardo ai danni propotti dal fumo passivo ancora non esiste una letteratura medica consolidata, in quanto soltanto negli ultimi anni vi sono ricerche specifiche dedicate all’esposizione al fumo da sigaretta. In particolare uno studio giapponese pubblicato sul British Medical Journal ha evidenziato che l’esposizione al fumo di sigaretta dei bambini di 4 mesi di età raddoppia il rischio di sviluppare la carie nei denti da latte.
Inoltre, nei Paesi dell’Unione Europea il consumo di tabacco rappresenta il principale rischio evitabile per la salute ed è la prima causa di morte prematura con quasi 700.000 decessi all’anno. Circa il 50% dei fumatori muore precocemente (in media 14 anni prima).
Smettere di fumare in definitiva è una decisione responsabile non soltanto per noi stessi ma anche nei confronti degli altri.