Nel’ultimo decennio in particoalre gli avvistamenti di balene nelle acque che circondano la Grande Mela hanno fatto registrare un incredibile incremento, passando da 5 nel 2011 a 272 dell’anno scorso. In questo senso così ha spiegato Paul Sieswerda, che è stato curatore al New York Aquarium per vent’anni prima di creare Gotham Whale: “Le balene non sono conosciute a New York, e le persone impazziscono quando le vedono”.
L’esperto ha spiegato che l’aumento dell’avvistamento di questi cetacei si deve al miglioramento della qualità dell’acqua a seguito dell’approvazione della legge che ha limitato l’inquinamento che fluisce nel fiume Hudson, e alla legge sulla protezione delle specie in via di estinzione.
Purtroppo però queste straordinarie creature rimangono sempre più vittime dell’inquinamento. Basti pensare che nell’oceano pacifico esiste una sorta di Isola di Plastica, la “Great Pacific Garbage Patch” che è situata tra la California e le Hawaii. Vi sono 80 mila tonnellate di plastica che galleggiano in un’area di 1,6 milioni di chilometri quadrati. Una discarica marina a cielo aperto che è grande tre volte la Francia. Questi i dati pubblicati su Scientific Reports da parte della fondazione olandese Ocean Cleanup. In particolare emerge che il 99% di questi rifiuti è costituita dalla plastica e quasi la metà deriva da reti da pesca. Il resto invece non è altro che una parte dei 320 milioni di tonnellate di rifiuti che vengono prodotti ogni anno nel mondo. Insomma da questi dati si evince che l’inquinamento dell’oceano sta aumentando sempre di più. I biologi in particolare temono la trasformazione della plastica a contatto con l’ambiente marino in microplastiche che possono essere ingerite da pesci, plankton e tartarughe entrando così a far parte della catena alimentare.