Nella forma semplice, le extrasistoli non sono pericolose, né sono necessariamente segnali di una patologia cardiaca. Possono verificarsi in qualsiasi persona a qualunque età e non compromettono le normali attività quotidiane, nemmeno le prestazioni sportive.
Il sintomo tipico dell’extrasistole più comune è la palpitazione: è come se improvvisamente ci si accorgesse del cuore che batte, cosa a cui normalmente non si presta attenzione.
Fatta l’anamnesi, fondamentale per una corretta diagnosi è l’elettrocardiogramma. Oggi esiste la possibilità di fotografare il cuore nell’arco di 24 ore, grazie al monitoraggio dinamico dell’elettrocardiogramma secondo Holter, o addirittura prolungare la registrazione per 20-30 o 90 giorni. Questi dispositivi rilevano la presenza di aritmie importanti, con battiti anticipati a coppie o a triplette, oppure extrasistoli isolate.
Le extrasistoli isolate vanno certamente tenute sotto controllo, ma sono considerate benigne. Più serie, invece, quelle atriali o ventricolari in successione. Se l’extrasistole atriale diventa continuativa può preludere all’insorgenza di una fibrillazione atriale, una patologia complessa e spesso grave. Altrettanto avviene per le extrasistoli ventricolari. Quando le aritmie diventano maligne è bene approfondire con esami più specifici come la coronarografia. Esclusa la “malignità” delle extrasistoli, nulla vieta a chi ha un’aritmia extrasistolica isolata di dedicarsi alla pratica sportiva che, se scelta in maniera giusta e praticata con regolarità per 30 minuti al giorno o due-tre volte a settimana, può addirittura far scomparire il disturbo.
Ma quali sono gli sport da preferire?
Meglio l’attività aerobica, quella cioè che richiede uno sforzo fisico costante come il nuoto, la corsa o la camminata a passo svelto. Lo sport anaerobico, invece, comporta uno sforzo intermittente e un maggior impegno cardiovascolare a cicli.
Tipici sport anaerobici sono il tennis e il calcio dove, alternativamente, si sta fermi e si scatta per raggiungere la palla, e questa “altalena”può affaticare il cuore.
Diverso è se le extrasistoli si presentano a coppie o a triplette:è come se nel tic tac regolare di un orologio si inserissero due o tre tic in anticipo. In questi casi, è necessario sospendere qualunque tipo di sport fino a chiarire l’origine dell’attività aritmica.
Anche alcune patologie congenite del cuore possono scatenare extrasistoli in sequenza, dovute a un’aumentata eccitabilità di una parte del muscolo cardiaco. Bisogna perciò escludere queste condizioni prima di iniziare qualunque tipo di sport.
E se l’attività fisica diventa impegnativa?
Le precauzioni devono aumentare: attività intense come l’alpinismo, il paracadutismo, la pratica subacquea, oltre all’impegno cardiovascolare e alla necessità di preparazione atletica, aggiungono una condizione di imprevedibilità, legata al contesto o alle scelte che la persona è chiamata a fare. Tutto questo sottopone il cuore a un continuo sforzo.
In sostanza, il sistema simpatico inizia a produrre una «cascata» d’adrenalina che può inondare il cuore mandandolo in tilt. Perciò, se c’è un problema di aritmia extrasistolica, sarebbe bene sospendere o persino eliminare questo tipo di attività.
Chi pratica sport estremi a livello agonistico è obbligato, per legge, a controlli regolari, almeno annuali, e anche a chi svolge attività intense a livello amatoriale.