Dei 39 morti ben 32 erano italiani. Una tragedia storica un sangue e arena che difficilmente potrà essere dimenticato. Impossibile. Michel Platini, dopo quella apocalisse, ebbe modo di dire che “quella sera è morto il calcio”.
Dopo 34 anni, oggi si rammentano e in un certo senso celebrano pacatamente quelle morti, senza colpa, innocenti, senza un senso. Morire per una partita di calcio, sebbene di enorme importanza, è un episodio di una intolleranza pazzesca.
A distanza di 34 anni Giovanni Trapattoni, tecnico di quella Juventus, ha voluto ricordare il tutto con un importante messaggio social abbastanza eloquente:“Non si può tornare indietro. Per questo è essenziale ricordare”.
“Come segno di rispetto per coloro che sono morti un tributo floreale è stato collocato accanto alla targa commemorativa dell’Heysel sulla tribuna ‘Sir Kenny Dalglish’,ad Anfield, questa mattina, a nome del club del Liverpool da parte della direttrice della comunicazione, Susan Black” ha invece comunicato il sito degli inglesi.