In condizioni normali il nostro organismo ha bisogno di piccole quantità di sodio (393,4 mg), che corrispondono a 1 grammo di sale da cucina (cloruro di sodio).
Attraverso l’alimentazione, però, un italiano introduce in media 10 grammi di sale ogni giorno, in totale fra quello normalmente contenuto negli alimenti e quello aggiunto. Diminuire questa quantità può aiutare a mantenere la pressione arteriosa a livelli ottimali, e quindi a ridurre il rischio di infarto o ictus.
Quanto è “troppo”?
Come raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni giorno non bisognerebbe consumare più di 5 grammi di sale da cucina, che corrispondono a circa 2 grammi di sodio. Per dare una idea più chiara, 5 grammi di sale sono all’incirca quelli contenuti in un cucchiaino da tè.
In passato il sale è stato un elemento prezioso. La parola “salario”, introdotta dai Romani, deriva appunto dal sale che era corrisposto come paga, data la sua importanza per la conservazione degli alimenti.
Nel Rinascimento, in seguito all’introduzione di una tassa sul sale nello Stato Pontificio, la popolazione di Toscana e Umbria cominciò a produrre pane sciapo (senza sale).
Questa tradizione persiste ancora oggi e, anzi, consumare il pane toscano senza sale sarebbe molto importante per ridurre il contenuto di sodio dell’alimentazione quotidiana. Diminuendo il consumo di sodio a meno di 2 grammi al giorno si potrebbe ridurre la pressione sistolica (massima) fino a 8 millimetri di mercurio (mmHg) e la diastolica (minima) fino a 4.
Questa riduzione della pressione è simile a quella che si può ottenere dimagrendo 10 kg o facendo 30 minuti al giorno di cammino a passo sostenuto.
Limitare il consumo di sodio è importante non solo per le persone che soffrono di ipertensione, compresi coloro che seguono una terapia con farmaci antiipertensivi, ma anche per chi ha pressione normale.
Assumere meno sodio può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, come dimostrato da diversi studi.
In particolare si segnala la valutazione sistematica dei dati disponibili dagli studi prospettici durati almeno 3 anni che hanno valutato ictus e infarti in persone con diversi livelli di assunzione di sodio. E’ stata effettuata una analisi che ha sintetizzato i dati di 13 studi per un totale di quasi 180.000 pazienti da cui si è visto che l’assunzione di circa 2 grammi in meno di sodio al giorno è associata a una riduzione degli ictus di circa un quarto e a quella degli infarti di circa un sesto.
Questo significa che in Italia si potrebbero evitare fino a 12.000 infarti e fino a 14.000 ictus se tutti riducessimo della metà il sodio assunto con il cibo.