Questo lunghissmo digiuno seguito da Angus Barbieri aveva uno scopo preciso: l’uomo pesava 207 chilogrammi. Grazie a questa astinenza prolungata dal cibo è riuscito a perdere ben 125 chili raggiungendo così il suo peso forma di 82 chili.
Va specificato che il suo digiuno è avvenuto in condizioni controllate. L’uomo si rivolse alla University Department of Medicine della Royal Infirmary di Dundee per riuscire a perdere peso a causa della obesità. Il dottor Stewart e la dottoressa Fleming, che per più di un anno lo sottoposero a regolari esami, sia delle urine che del sangue, oltre che a periodici controlli in ospedale, continuarono a monitorarne le condizioni anche dopo la conclusione del digiuno. Dopo 5 anni evidenziarono che il peso di Barbieri si fosse mantenuto quasi del tutto stabile. All’ultimo controllo l’uomo pesava 89 chili.
Per sopravvivere a questo digiuno prolungato fu fondamentale il grasso accumulato nel corpo utilizzato come una sorta di carburante e alcuni integratori. Al termine del digiuno, secondo quanto riportato dal Chicago Tribune, l’11 luglio del 1966 volle mangiare un uovo sodo, una fetta di pane spalmata con del burro. Come bevanda scelse una tazza di caffè. Così commentò: “Il mio uovo mi è piaciuto molto e mi sento davvero molto sazio“. Angus Barbieri è morto il 7 settembre del 1990.
Cos’è la dieta mima-digiuno
La dieta mima digiuno, ideata da Valter Longo, direttore del Longevity Institute della USC e del Laboratorio di Longevità e Cancro all’Istituto IFOM di Milano, potrebbe rivelarsi efficace anche nella cura del diabete. In particoare questo regime dietetico sarebbe in grado di di riprogrammare le celule adulte del pancreas, in tal modo questo organo potrebbe così tornare a svolgere la sua azione fondamentale di regolare la quantità di zucchero nel sangue. In tal senso così ha spiegato Longo: “Abbiamo dimostrato che alternare ciclicamente la dieta mima digiuno e un’alimentazione normale ha essenzialmente riprogrammato le cellule che non producono insulina in cellule che la producono”. Ed ancora: “Quindi, attivando la rigenerazione delle cellule pancreatiche, siamo stati in grado di curare i topi sia dal diabete di tipo 1 che di tipo 2. Inoltre, abbiamo riattivato la produzione di insulina nelle cellule pancreatiche umane di pazienti affetti dal diabete giovanile”.
Secondo una ricerca condotta da un gruppo di studiosi dell’Università della Souther California, guidati da Valter Longo, digiunare per 4 giorni al mese porterebbe degli effetti benefici per la nostra salute.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Cell Stem Cell, ha dimostrato che il digiuno avrebbe una serie di effetti molto positivi sul nostro organismo: in particolare sarebbe in grado di ringiovanire il nostro sistema immunitario. In sostanza non assumere cibo per brevi periodi sembrerebbe aiutare le cellule a produrre nuovi globuli bianchi.
Ma perché avviene ciò? Durante il digiuno l’organismo per ottimizzare al massimo tutte le sue risorse energetiche, si libera delle cellule vecchie o inutili. Ciò appare particolamente evidente nel caso di un paziente sottoposto a chemioterapia o di un anziano. In entrambi i casi il digiuno rinvigorisce il sistema immunitario.
Nel corso della sperimentazione i partecipanti hanno seguito un periodo di digiuno di 2, 4 giorni ogni 6 mesi. In sostanza dai risultati è emerso che il digiuno ha contribuito a diminuire i livelli dell’enzima PKA, associato a processi di invecchiamento e anche alla proliferazione di cellule tumorali. In particolare si è visto che nei pazienti sottoposti a chemioterapia, con la “terapia del digiuno” ne sono diminuiti anche gli effetti collaterali.
In ogni caso non va mai intrapreso un digiuno per conto propri ma solo in caso di espressa indicazine da parte di un medico.