In particolare uno studio condotto dalla ricercatrice Manuela Leri del Dipartimento di Scienze Biomediche Sperimentali e Cliniche “Mario Serio” dell’Università degli Studi di Firenze che fa parte della rete Airalzh Onlus, ha dimostrato che i polifenoli contenuti nell’olio di oliva, possono prevenire e limitare il deposito nel cervello delle placche beta-amiloidi, che si ritiene siano la causa di questa patologia neurodegenerativa.
Nello specifico, lo studio della ricercatrice ha posto il focus sulla ricerca delle basi molecolari dei composti fenolici presenti nell’olio extravergine di oliva: in particolare il 3,4-diidrossifeniletanolo (idrossitirosolo, HT) e l’oleuropeina aglicone (OleA), in quanto utili per contrastare alcune delle alterazioni cellulari e tissutali che caratterizzano tale patologia.
Questi risultati sono stati raggiunti dopo due anni di esperimenti, dovranno però ricevere conferma da altre ricerche. Tuttavia questo studio evidenzia il grande potenziale derivante dall’impiego dei polifenoli al fine di ottimizzarne l’uso per la prevenzione dell’Alzheimer.
Olio extravergine di oliva: protegge anche il cuore
Uno studio condotto dal St. Michael’s Hospital di Toronto ha messo in evidenza in che modo l‘olio di oliva contribuisce alla salute cardiovascolare. Stando a quanto è emerso da questo studio, l’olio di oliva rilascia una proteina che impedisce la formazione di trombi. La proteina in questione si chiama ApoA-IV. I livelli di questa proteina che controllano le piastrine evitando aggregazioni pericolose per le arterie, aumentano proprio dopo il consumo di questo alimento ricco di grassi insaturi, usato come condimento.