Il nostro cuore batte tra le 80 e le 100mila volte al giorno, sempre, costantemente, alimentato da una sorta di batteria naturale che si consuma solo quando si spegne la vita. Dunque, contrariamente al nostro telefono cellulare, non abbiamo bisogno di ricaricarlo di tanto in tanto… Eppure, in certi momenti, può perdere qualche colpo, e così avvertiamo la sensazione dell’extrasistole, che non è altro che un battito anticipato. Pensiamo, ad esempio, al tic tac dell’orologio: è come se, nella sequenza di tic e tac, si inserisse di tanto in tanto un tic o un tac in più. Naturalmente quanto più accade tante più saranno le extrasistoli presenti.
Da quando esiste il dispositivo chiamato monitoraggio dinamico dell’elettrocardiogramma secondo Holter (Holter è un cognome, e, per rispetto a colui che ha inventato questa indagine, impariamo dunque a non dire “ho fatto l’holter…”), dicevo da quando esiste questo dispositivo si sa che qualsiasi soggetto normale può avere anche 150-200 extrasistoli al giorno, e avvertirle o no dipende solo dalla sensibilità individuale. Ma se sono tante, diciamo nell’ordine di diverse centinaia o di migliaia, andrebbe chiarito da che cosa dipendono.
Extrasistoli: quando è il caso di preoccuparsi
In linea generale possiamo dire che possono essere una sorta di “campanello di allarme” di una sofferenza del cuore, ad esempio legata ad elevati valori di pressione arteriosa, o all’esistenza di un danno degli apparati valvolari del cuore, o essere espressione di una generica “sofferenza” delle arterie coronarie o di un “affaticamento” del cuore, tutte situazioni per le quali può essere opportuno consultare un cardiologo. Quest’ultimo, attraverso una visita clinica, un elettrocardiogramma e un ecocardiogramma sarà sicuramente in grado di orientarsi sulla natura di questo disturbo fastidioso e avviare eventuali provvedimenti di terapia.