La signora Bunting quella notte russava. Sarebbe questo il movente che avrebbe fatto scatenare il folle gesto di violenza da parte della donna. Ne sono convinti sia il figlio Mark Bunting che il marito Philip. In particolare quest’ultimo ha rivelato che proprio quella sera un altro paziente ha detto che la donna che l’ha aggredita si lamentava perché la moglie russava.
La signora Bunting sarebbe dovuta tornare a casa il giorno dopo, ma le sue condizioni di salute hanno subito un peggioramento. Il 4 aprile scorso la donna è deceduta.
L’Hull University Teaching Hospitals NHSh nel fare condoglianze alla famiglia ha spiegato che l’aggressione si è verificata nelle prime ore del mattino da parte di un’altra paziente che non aveva dato segno di avere tendenze violente. Il personale pur rimanendo scioccato da quanto accaduto, ha aggiunto di aver seguito tutte le procedure previste in questi casi: ha fatto scattare l’allerta della sicurezza, ha fatto sì che la signora Bunting ricevesse l’assistenza medica appropriata. L’altra paziente è stata isolata, è stata avvertita la polizia e l’aggressione è stata registrata.
Purtroppo però queste misure non sono valse a salvarla. Intanto proseguono le indagini da parte della polizia di Humberside per fare luce su quanto accaduto.
Nell’aprile scorso, in Florida, è accaduto un episodio per certi versi analogo. Lorie Morin, una donna di 47 anni, è stata arrestata con l’accusa di aver sparato al suo fidanzato perché russava.
In un primo momento la donna aveva spiegato che il colpo era partito accidentalmente mentre passava la pistola al compagno. Quest’ultimo invece ha dato una versione diversa, affermando che la donna volontariamente lo avrebbe raggiunto in camera da letto con la pistola e gli avrebbe sparato perché infastidita dal suo continuo russare.
Il fidanzato trasportato d’urgenza in ospedale, per fortuna è sopravvissuto.