All’origine di questa credenza vi è un opuscolo pubblicato nel 700′ dal titolo Onania: ovvero l’odioso peccato dell’autopolluzione e tutte le spaventose conseguenze per entrambi i sessi, ispirato alle teorie di un teologo protestante olandese Balthasar Bekker, morto qualche anno prima. Il pamphlet molto noto all’epoca, sosteneva che questa pratica autoerotica comportasse, sia per gli uomini che per le donne, gravi disordini a livello psicofisico.
In particolare chi era dedito a questo piacere solitario rischiava di andare incontro a: nausea, vomito, disturbi dello stomaco e della digestione, perdita di appetito o fame vorace, indebolimento degli organi della respirazione, tosse, mal di schiena, disturbi dell’occhio e dell’orecchio, diminuzione totale dei poteri del corpo, pallore, magrezza, brufoli sul viso, declino delle facoltà intellettuali, perdita di memoria, epilessia, gonorrea, perfino suicidio e calo della vista.
Alla fine del 700′ il medico svizzero Samuel-Auguste Tissot portò avanti questa tesi, sostenendo che la masturbazione fosse causa del’indebolimento della vista. L’idea più antica risale ad Aristotele, secondo cui il liquido seminale era dotato di una “forza attiva”, per cui ogni volta che un uomo si masturba perderebbe un po’ di questa forza attiva e quindi diventerebbe più debole.
Masturbazione: i benefici per la prostata
Oggi invece i medici concordano circa il fatto che la masturbazione non abbia alcun effetto negativo sulla salute ed anzi avrebbe effetti benefici. Secondo una ricerca condotta dall’Università di Harvard (Boston), eiaculare 21 volte al mese avrebbe l’effetto di diminuire in maniera significativa il rischio di sviluppare il cancro alla prostata.
In particolare tenendo conto anche di altri fattori di rischio, chi si masturbava o aveva rapporti sessuali con la frequenza di 21 volte ogni 4 settimane, presentava una riduzione del rischio di cancro pari al 33%. I benefici si sono avuti sia con la masturbazione che con i rapporti sessuali. Questi effetti anti-cancro potrebbero derivare dall’espulsione con l’eiaculazione di alcune sostanze, la cui stagnazione all’interno della prostata ne favoriscono l’infiammazione. Le stesse endorfine rilasciate dopo il riflesso eiaculatorio, pare che siano in grado di ridurre le infiammazioni della ghiandola prostatica.