Quando però la passione per gli autoscatti si trasforma in ossessione le conseguenze possono essere molto pericolose. Non più tardi di qualche giorno fa, Karina Baymukhambetova, una ragazza di appena 15 anni, si stava scattando un selfie sui binari, quando è stata travolta e uccisa da un treno merci a Orsk (Orenburg), in Russia.
Selfie: possono diventare una mania
I selfie di per sè non sono causa di una patologia, ma una sorta di spia attraverso cui può manifestarsi. Gli adolescenti infatti al giorno di oggi utilizzano gli smartphone e i selfie come canali per costruire la loro identità.
Per gli psicologi questo fenomeno potrebbe dividersi in tre stadi. Si ha una selfite acuta quando ogni scatto finisce puntualmente sui social. Questa ossessione è invece cronica quando ci si pone a favore di telecamera 24 ore su 24 e le foto vengono postate più di 6 volte al giorno. La fase borderline si invece quando ci si scatta almeno tre foto al giorno ma non si ha la necessità di condividerle sui social. Inoltre gli psicologi di questo studio che è stato pubblicato sulla rivista medica International Journal of Mental Health and Addiction, hanno anche messo a punto un test che consente di autodiagnosticarsi la selfite con 20 domande. Potremmo dire quindi che al giorno d’oggi l’ossessione per l’immagine e per l’estetica ha trovato nel selfie, un punto d’incontro perfetto con la tecnologia.