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Maratona no stop di 48 ore per giocare ai videogame: ecco cosa fa la mamma

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Bambino gioca 48 ore di seguito
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Bambino gioca 48 ore di seguito

Una marationa no stop di 48 ore durante le quali un bambino di nome Carlito non ha voluto proprio saperne di staccarsi dai videogame. La signora Lilybeth Marvel, mamma di 37 anni, ha raccontato ai media locali, che si è accorta che qualcosa non andava due anni fa, quando suo figlio ha cominciato a frequentare assiduamente un internet cafè di notte posto nelle vicinanze di casa. La donna è stata ripresa in questo locale, mentre preoccupata imbocca il figlio, impegnato a giocare da 48 ore al videogame Battle Royale. Le immagini sono diventate immediatamente virali sul web. A seguito di questo filmato la donna ha voluto spiegare pubblicamente questa situazione, raccontando che inizialmente lei e il marito hanno deciso di contrastare questo atteggiamento da parte del ragazzo impedendogli di frequentare questo internet cafè, ma Carlito ha sempre trovato il modo di aggirare il divieto. In particolare la madre ha raccontato che: “Ero abituata a lamentarmi dei suoi videogame online. Ma non ha funzionato. Quindi sto provando un approccio diverso. Cerco di fargli sentire che qualsiasi cosa stia succedendo nella sua vita, rimarrò sempre la sua mamma che lo ama e si prende cura di lui”. Inoltre :“Io e mio marito abbiamo deciso che avrebbe dovuto interrompere la scuola prima di tutto a causa della sua dipendenza. Ora stiamo facendo del nostro meglio per gestire la situazione, ma è ancora difficile”.

Internet e smartphone: aumenta la dipendenza tecnologica

Riguardo alla dipendenza dagli strumenti tecnologici, un recente studio ha evidenziato che le notifiche che ci arrivano dallo smartphone con suonerie e vibrazioni per informarci di un nuovo messaggio su un social o di una email, svilupperebbero nel nostro cervello una vera e propria dipendenza. In particolare in un sondaggio che ha coinvolto 135 studenti è emerso che chi utilizzava continuamente i cellulari presentava maggiori livelli di senso di isolamento, depressione e ansia. In particolare gli studenti anche quando svolgevano altre attività ad esempio mangiavano o studiavano, erano distratti dall’arrivo di una notifica dal proprio cellulare. Così ha spiegato Erik Peper, professore di educazione alla salute presso l’Università di San Francisco e primo autore dello studio: “La dipendenza dall’uso di smartphone inizia a formare connessioni neurologiche nel cervello in modo simile a quelle che si sviluppano in coloro acquisiscono una dipendenza da farmaci oppioidi per alleviare il dolore”. Lo studio è stato pubblicato su NeuroRegulation.

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