Pornografia e danni al cervello
Ma quali problemi possono derivare al nostro cervello dal guardare video e foto a carattere pornografico? Ad occuparsi della faccenda è la BBC che ha pubblicato un lungo e molto documentato articolo riguardo ai danni che possono derivare al cervello dal guardare video e foto pornografiche. In particolare stando a una statistica del 2016 che ha preso in esame il sito porno canadese PornHub, ogni secondo gli utenti visualizzano 729 video. I frequentatori più affezionati di questo sito risultano gli americani, mentre l’Italia si piazza al nono posto. Gli italiani vi trascorrono in media 8,37 minuti. I ricercatori si sono serviti di strumenti molto sofisticati: ’Eye Tracking che permette di evidenziare dove si sofferma di più l’occhio, il Fotopletismografo che misura la quantità di sangue che viene rilasciata in un tessuto e lo Sfigmomanometro penieno, un manicotto gonfiabile che si avvolge attorno all’organo genitale maschile per misurare la pressione sanguigna.
Le ricerche più recenti evidenziano che durante la visione di un film porno, il cervello degli uomini rilascia molti mediatori chimici, in particolare serotonia, dopamina, prolattina, vasopressina. Si tratta di sostanze definite oppiodi endogeni, perché auto-prodotte dallo stesso organismo. Tuttavia il rilascio eccessivo di molecole psicotrope nel lungo periodo dà luogo a dei danni al cervello, che viene sottoposto a stress da questi continui mediatori bio-chimici. Secondo i ricercatori la visione continuata nel tempo di filmati porno, come accade in caso di dipendenza dall’alcol o dal fumo, potrebbe portare a un danno cerebrale bio-chimico. In particolare il dottor Gary Lynch, neuroscienziato della University of California di Irvine, ha spiegato quali la visione di una sola immagine erotica produce determinati effetti sul cervello: “Quello che stiamo dicendo è che un evento che dura mezzo secondo in un intervallo di tempo che varia fra i 5 ed i 10 minuti produrrà una modificazione strutturale per certi versi tanto profonda quanto quelle che si riscontrano nei danni cerebrali“.