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Donna chiede il divorzio dal marito perché porta sfortuna

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Superstizione matrimonio divorzio
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Superstizione matrimonio divorzio

Il matrimonio è durato appena 8 mesi perché la moglie pensava che il marito portasse sfortuna. La donna, evidentemente molto supertisziosa, riteneva che gli epidosi sfortunati che le accadevano quando era in compagnia del marito fossero proprio opera di quest’ultimo. Tutto ha avuto iinzio già il giorno del matrimonio, quando: “Durante la festa era scoppiato un corto circuito che ha rovinato il giorno più bello”. La donna racconta che in primo momento pensava che si fosse trattato di un episodio o di un incidente, ma col passare delle settimane a seguito del verificarsi di altrio episodi di contenuto analogo si è sempre più fatta strada la convinzione in lei, che all’origine ci fossero i cattivi influssi porta sfortuna del coniuge. Ed ancora ha raccontato: “Un giorno ho comprato un vestito bellissimo, era costoso, ho aspettato che il prezzo fosse più basso. Tornata a casa l’ho fatto vedere a lui, ha detto che sarebbe stato perfetto per me. Il giorno dopo l’ho indossato e si è praticamente rotto in più parti, in maniera stranissima, tanto da doverlo buttare. Ma questi sono solo piccoli esempi”. Pertanto la donna ha chiesto il divorzio, supportando la richiesta con gli allegati degli strani incidenti che le sono occcorsi. Anche Luigi Pirandello scrisse una commedia dedicata a questo tema nel 1917 dal titolo La patente, in cui il protagonista Rosario Chiarchiaro viene evitato da tutti quando lo si vede per strada, perché ha fama di jettatore. L’uomo si rivolge al tribunale per ottenere giustizia, ma non nel senso che si potrebbe pensare: visto che gli altri lo vedono come portatore di jella e per questo lo hanno bandito dalla società, chiede che il tribunale gli rilasci una patente che attesti legalmente la sua professione di jettatore, in modo che possa ricavare anche qualche vantaggio, ad esempio facendosi pagare una tassa anti-jella dai superstiziosi. Sempre col titolo La patente, ha l’episodio interpretato da Totò, con la regia di Luigi Zampa e la sceneggiatura di Vitaliano Brancati, nel film del 1954 Questa è la vita.

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