Si tratta di un
batterio gram-negativo molto pericoloso per la
salute umana, che è presente soprattutto negli ospedali, di cui è responsabile di oltre la metà delle infezioni che si verificano. Viene definito un agente patogeno opportunista, in quanto colpisce soprattutto le persone già debilitate o con un sistema immunitario compromesso. In questi casi può portare a complicazioni importanti quali uretrite, cistite, polmonite, broncopolmonite, otiti e problemi agli occhi. Nei casi più gravi può svilupparsi setticemia o meningite. Inoltre possono verificarsi problemi gastrointestinali e anche a carico delle ossa. Il
batterio per sopravvivere all’esterno ha bisogno di ossigeno, per cui si trova molto bene negli ambienti umidi. Le
infezioni ospedaliere determinate ad questo batterio risultano
antibiotico-resistenti, in quanto sono in grado di inibire gli effetti di penicilline e delle cefalosporine. Generalmente si utilizzano
tobramicina o la
gentamicina, in caso di resistenza a questi antibiotici può utilizzarsi invece l’
amikacina. In particolare le cure antibiotiche prevedono l’impiego di colistina, cefepime e ciprofloxacina. Nel nostro paese viene utilizzato anche la piperacillina in combinazione al tazobactam.
In ogni caso gli antibiotici devono essere scelti con grande attenzione e responsabilità da parte dei medici, considerando che il batterio della paseudomonas aeruginosa risulta già insensibile a molti di questi farmaci.