L’ago, che è stato sperimentato su 11 pazienti sottoposti a interventi di neurochirurgia, è fornito di una telecamera a fibra ottica non più grande del diametro di un capello, in grado di individuare la posizione precisa dei vasi sanguigni con estrema precisione. Una volta inserito nel cervello, l’ago attraverso l’invio di un impulso di luce infrarossa sul tessuto cerebrale, attiva un sistema informatico in grado di analizzare se l’ago si trova troppo vicino a un vaso sanguigno. In tali casi ne informa per tempo il chirurgo, che così può evitare il rischio di procurare al paziente delle emorragie potenzialmente fatali. Robert McLaughlin, direttore del Centre for Nanoscale Biophotonic, ha spiegato che: “Le biopsie cerebrali sono una procedura comune condotta per diagnosticare tumori e altre malattie E’ una procedura minimamente invasiva, ma ugualmente comporta il rischio di danni potenzialmente fatali ai vasi sanguigni. L’ago con produzione di immagini permette ai chirurghi di vedere i vasi sanguigni a rischio quando inseriscono l’ago, permettendo di evitare perdite di sangue”.