Terapia con cellule Car-T: in cosa consiste
Car-T è un acronimo inglese Chimeric Antigen Receptor T-cell. La terapia con cellule geneticamente modificate consiste nel prelevare i linfociti T del paziente, che vengono modificati geneticamente per poi essere reinseriti potenziati nel paziente e quindi in grado di scovare ed eliminare le cellule del tumore. Sono passati 30 giorni dalla prima applicazione: la paziente sta bene. Michele Cavo, direttore dell’unità operativa di ematologia del policlinico, così ha spiegato: “Si tratta della frontiera più avanzata per questa terapia, per ora applicata solamente in alcune malattie del sangue, come il mieloma multiplo e la leucemia“. Cavo sottolinea che la paziente è costantemente sotto monitoraggio in quanto vi potrebbero essere alcune complicanze. Una eccessiva reazione da parte del sistema immunitario ad esempio può dare luogo ad effetti che vanno dalla febbre al coma e all’insorgenza di tossicità neurologica di diversi gradi. In questo senso così specifica Cavo: “Quanto più un paziente è a un livello avanzato della malattia, tanto più è probabile che accadano questi problemi“. Il trattamento a base di cellule Car-T è stato approvato da Fda ed Ema (le agenzie statunitense ed europea che regolano la commercializzazione dei farmaci) per la leucemia acuta linfoplastica per pazienti under 26 e la forma aggressiva di linfoma di Hodking. In Italia l’ospedale Sant’Orsola, assieme all’ospedale di Bergamo, sono stati selezionati per effettuare il primo studio clinico sperimentale con cellule Car-T nel mieloma multiplo.