Uno studio dall’Università di Oxford propone una tassa sulla carne rossa per recuperare le spese sanitarie dovute alla cura delle malattie che possono derivare da un consumo poco equlibrato di questo alimento. Secondo i ricercatori una tassa del genere avrebbe effetto nel ridurre il consumo di carne rossa. Secondo lo studio, allo stato attuale le spese sanitarie per le malattie causate dal consumo di carne rossa toccano i 285 miliardi di dollari all’anno nel mondo. Lo studio propone di mettere una tassa pari al 20% sulla carne non lavorata e del 110% su quella lavorata, ad esempio sui salumi. Raccogliendo 170 miliardi di dollari all’anno in tutto il mondo si risparmierebbero 41 miliardi di dollari all’anno per le cure mediche. In tal modo si compenserebbe il 70% delle spese sanitarie dovute ai consumi eccessi di carni rosse e si eviterebbero 220 mila decessi all’anno. Inoltre il consumo medio di carne rossa diminuirebbe di due porzioni alla settimana. Attualmente invece la media nei paesi occidentali è di una porzione al giorno. La carne rossa è davvero cancerogena? In realtà sarebbe sufficiente non non bisognerebbe consumarne più di due volte alla settimana. Discorso diverso invece per quanto riguarda gli insaccati. Ad esempio gli insaccati, la carne in scatola e i salumi andrebbero consumati solo saltuariamente. Gli esperti dell’Airc sottolineano che a fare male è il modo con cui le proteine animali inteagiscono con l’organismo umano. In particolare le cotture ad alte temperature eliminano i batteri ma aumentano anche la produzione di sostanze quali le ammine eterocicliche, che aumentano il rischio di sviluppare patologie tumorali. Inoltre il ferro e i grassi saturi contenuti nelle carni rosse aumentano i livelli del colesterolo, dell’insulina, il che aumenta il rischio di sviluppare un tumore al colon-retto. Inoltre secondo l’Oms i prodotti di carne rossa lavorata rientrano tra gli alimenti da considerare cancerogeni al pari del fumo ad sigaretta, amianto, arsenico. A stilare una lista di alimenti ritenuti cancerogeni è stata l’Agency for Research on Cancer dell’Oms. La carne rossa fresca viene ritenuta meno pericolosa, ma anche in questo caso è bene non esagerare con i consumi. In particolare a risultare tossico per l’organismo è il composto chimico che colora la carne di rosso per renderla più appetibile agli occhi dei consumatori. Tale sostanza secondo i ricercatori, avrebbe però l’effetto di danneggiare lo strato interno dell’intestino, aumentando il rischio di cancro. Insomma il problema non è tanto la carne in sè, ma la preparazione e la sua conservazione che possono comportare il rischio di una patologia tumorale. Si tenga solo conto della salatura e dei conservanti chimici di cui è stata accertata la natura cancerogena in alcuni casi. Inoltre è bene non dimenticare che i grassi di cui è ricca la carne rossa aumentano il rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e l’obesità.
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